«Magnifico. Willy Vlautin è uno dei più grandi scrittori americani» Roddy Doyle
«Una vera scoperta» Colm Tóibín
«La voce di Willy è pura e le sue storie sono universali. Non perde mai la speranza e il coraggio, e io credo a ogni parola che scrive» Barry Gifford
«Willy Vlautin è uno dei romanzieri più coraggiosi in attività. Uno Steinbeck non sentimentale, un Haruf malinconico, Vlautin ci racconta chi vive oggi in America, la nostra terra in rovina» Ursula K. Le Guin
ISBN: 9788832036008
Pagine: 256
Prezzo: € 18,00
Traduzione: Gianluca Testani
Formato: 14×22 brossura con alette
In libreria da: ottobre 2018
Lancinante storia di un uomo alla ricerca della propria identità e del proprio posto nel mondo, sullo sfondo di un’America ostile e inospitale.
Nevada, USA. Horace Hopper è un giovane di origini per metà indiane Paiute e per metà irlandesi, con il sogno di diventare qualcuno. Ha trascorso la maggior parte della vita nel ranch dei suoi tutori, i Reese, lontano dalla civiltà, radunando pecore nelle montagne solitarie. I Reese lo trattano come un figlio, ma Horace non riesce a liberarsi dalla vergogna di essere stato abbandonato dai suoi veri genitori. Decide così di lasciare la sola casa in cui si sia sentito amato proprio quando c’è più bisogno di lui, per mettersi alla prova e diventare ciò che ha sempre sognato: un pugile professionista. Dalle tranquille montagne del Nevada all’arsura spietata di Tucson, dalla brutalità iniettata di sudore dei ring messicani fino alle squallide strade di Las Vegas, l’ingenuità e l’impazienza di Horace lo metteranno più di una volta in pericolo, fino a quando imparerà che non si può cambiare se stessi, né sfuggire al proprio destino.
Leggi il libro, ascoltando la sua colonna sonora
Sulla stampa e sui blog
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Su Senzaudio, Io sarò qualcuno, recensito da Gianluigi Bodi
Minima&Moralia, “Nell’America profonda con Willy Vlautin”
Il Cittadino di Lodi, “Un sogno preso a pugni sopra al ring della vita”
BooksHigway, Willy Vlautin, Io sarò qualcuno di Marco Denti
Io sarò qualcuno tra i Libri dell’anno su Rumore, dicembre 2018
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The Guardian, “A meditation on loneliness” by Davina Langdale
The Irish Times, “Hurts where it counts” by Peter Murphy
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